Insegnamento CULTURE POLITICHE E IDEOLOGIE NEL MONDO CONTEMPORANEO
- Corso
- Integrazione giuridica europea e diritti umani
- Codice insegnamento
- A000382
- Sede
- PERUGIA
- Curriculum
- Comune a tutti i curricula
- Docente
- Lorenzo Coccoli
- Docenti
-
- Lorenzo Coccoli
- Ore
- 36 ore - Lorenzo Coccoli
- CFU
- 6
- Regolamento
- Coorte 2022
- Erogato
- 2022/23
- Attività
- Caratterizzante
- Ambito
- Storico
- Settore
- SPS/02
- Tipo insegnamento
- Obbligatorio (Required)
- Tipo attività
- Attività formativa monodisciplinare
- Lingua insegnamento
- Italiano
- Contenuti
- Guerra giusta e diritto di resistenza: teorie contemporanee della violenza legittima
Il corso si propone di offrire una panoramica sulle principali culture politiche contemporanee, osservandole però dall’angolatura particolare di una problematica precisa: il modo cioè in cui esse tentano di definire i limiti del ricorso giustificato alla violenza nei conflitti sia inter- che infra-statuali. I recentissimi sconvolgimenti geopolitici hanno infatti riportato al centro del dibattito pubblico – da cui in realtà non era mai del tutto scomparso – il tema tradizionale del ius ad bellum e, correlativamente, del diritto di opporsi all’uso illegittimo della forza da parte dell’aggressore senza titolo. Obiettivo delle lezioni sarà allora quello di far acquisire una maggiore consapevolezza dei principali nodi concettuali e dei più rilevanti quadri interpretativi, nonché della loro evoluzione e profondità storica. Si cercherà di mostrare come la delimitazione stessa di un perimetro all’interno del quale la guerra può essere considerata “giusta” ponga il problema di uno speculare diritto di resistenza nel caso in cui essa esca dai limiti della legittimità; come la definizione di quei limiti, e della natura degli attori in campo, sia tutt’altro che pacifica e sia invece sempre la posta in gioco di un conflitto politico; e come, infine, il mutamento dello scenario geopolitico mondiale a partire dalla seconda metà del secolo scorso abbia portato alla progressiva indeterminazione dei confini tra istituzioni statali e non-statali, soggetti locali e globali, guerra di offesa e di difesa, diritto di resistenza contro un invasore esterno e violenza politica legittima contro una dominazione interna.
I processi di decolonizzazione e le lotte di liberazione nazionale a partire dagli anni Sessanta del Novecento costituiranno il terminus a quo del ragionamento, che si muoverà poi attraverso scansioni cronologiche successive – i conflitti della guerra fredda, il post-89, l’intervento Nato in Kosovo, la “war on terror” – fino ad arrivare agli eventi a noi più vicini. Sullo sfondo di questo arco temporale, e alla luce del quadro problematico così delineato, si passeranno in rassegna le proposte interpretative avanzate dalle maggiori culture politiche contemporanee – il pensiero cattolico, gli studi postcoloniali, le teorie normative anglosassoni, le tradizioni marxiste e post-marxiste, i movimenti femministi ed ecologisti – e i principali snodi dottrinari nel campo del diritto internazionale – con speciale attenzione al c.d. “humanitarian turn” degli anni Novanta del XX secolo e all’affermarsi del principio della “responsibility to protect” (R2P). - Testi di riferimento
- Materiali e Testi per i frequentanti
Oltre agli appunti delle lezioni, un testo (o coppia di testi) a scelta tra le opzioni seguenti:
- F. Fanon, I dannati della terra, Einaudi, Torino, qualsiasi edizione.
- M. Walzer, Esodo e rivoluzione, Feltrinelli, Milano, qualsiasi edizione; insieme a P. Virno, Virtuosismo e rivoluzione. La teoria politica dell’esodo, in Id., L’idea di mondo. Intelletto pubblico e uso della vita, Quodlibet, Macerata, 2015.
- J. Butler, Vite precarie. I poteri del lutto e della violenza, Postmedia books, Milano, 2013; insieme a L. Muraro, Dio è violent, nottetempo, Roma, 2012.
- L. Scuccimarra, Proteggere l’umanità. Sovranità e diritti umani nell’epoca globale, il Mulino, Bologna, 2016.
- L. Ceci, La fede armata. Cattolici e violenza politica nel Novecento, il Mulino, Bologna, 2022.
- A. Malm, Come far saltare un oleodotto. Imparare a combattere in un mondo che brucia, Ponte alle Grazie, Milano, 2022.
- M. Walzer, Guerre giuste e ingiuste. Un discorso morale con esemplificazioni storiche, Laterza, Roma-Bari 2009
Testi per i non frequentanti
Due testi (o coppie di testi) a scelta tra i precedenti. - Obiettivi formativi
- Obiettivo delle lezioni sarà quello di far acquisire una maggiore consapevolezza dei principali nodi concettuali e dei più rilevanti quadri interpretativi relativi alla concettualizzazione contemporanea del problema della violenza, nonché della loro evoluzione e profondità storica.
- Prerequisiti
- Nessuno
- Metodi didattici
- Le lezioni saranno frontali e interattive in dialogo con gli studenti e le studentesse. Il docente predisporrà dei materiali didattici consistenti in presentazioni powerpoint, estratti da volumi e contributi, mappe tematiche e video che saranno scaricabili dal sito del corso.
- Altre informazioni
- Modalità di verifica dell'apprendimento
- Esame orale
- Programma esteso
- Il corso (36 ore) si comporrà di tre sezioni diverse ma coordinate tra loro, precedute da una lezione introduttiva (2 ore) mirata a mettere a fuoco i termini e i concetti più rilevanti nell’ambito oggetto di studio. Una prima sezione (10 ore) ricostruirà la genealogia antica, medievale e moderna delle tematiche gemelle della guerra giusta e del diritto di resistenza, soffermandosi in particolare sull’elaborazione cinquecentesca dei teologi della c.d. Scuola di Salamanca e sulle teorie monarcomache forgiate nel fuoco delle guerre di religione. Le altre due sezioni ne seguiranno invece gli sviluppi contemporanei. La seconda (12 ore) partirà dalla ripresa teorica dello strumentario concettuale della guerra giusta da parte del filosofo americano Michael Walzer (1977), per arrivare poi ad analizzare i cambiamenti di fine secolo nelle retoriche giuridiche e istituzionali volte a giustificare gli interventi militari su scala globale. La terza (12 ore) prenderà avvio dalla riflessione di Frantz Fanon (1961) sulla violenza dei movimenti anticoloniali come componente necessaria della resistenza contro l’oppressione coloniale, per poi esaminare le risposte che al problema della legittimazione della violenza politica hanno dato (e stanno dando) le teologie della liberazione, le tradizioni (post-) marxiste (Virno, Hardt e Negri, Jameson), la riflessione femminista (Butler, Cavarero, Muraro) e il movimento ecologista (Malm).