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26 maggio 2023

“La lettura ad alta voce condivisa”: nel nuovo volume de ‘Il Mulino’ metodo e risultati di Federico Batini e del gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Perugia. A JesiEduca la presentazione con i dati 

La “lettura ad alta voce condivisa” protagonista del Festival su scuola e educazione JesiEduca: per l’evento inaugurale della manifestazione è stato presentato il volume “La lettura ad alta voce condivisa. Un metodo in direzione dell’equità”, edito da Il Mulino (Collana della Fondazione per la Scuola). Era presente l’autore Federico Batini, docente di Pedagogia sperimentale all’Università degli Studi di Perugia, che da oltre un decennio si occupa di lettura e di lettura ad alta voce con il suo gruppo di ricerca.

Un pubblico gremito e attento ha confermato il crescente interesse per questo lavoro.

Con il volume per la prima volta Batini ha messo insieme i risultati e tutti gli aspetti del metodo centrato sul potenziamento di bambini e bambine, ragazze e ragazzi e capace di costruire un vero interesse per la lettura, le abilità necessarie per praticarla in modo autonomo ma, soprattuttolo sviluppo di competenze e abilità funzionali all’incremento del numero di ragazzi e ragazze in grado di raggiungere il successo scolastico.

La lettura ad alta voce è una forma particolare di lettura di storie, in cui qualcuno legge per qualcun altro, in cui la storia si fa voce.

Nel volume si fa riferimento a un particolare approccio che prevede che una persona adulta (docente, educatore, formatore, ecc.) si assuma la responsabilità di un gruppo, prestando la propria voce e il proprio corpo, per proporre storie in modo progressivosistematico e intensivo, curando le scelte e la bibliovarietà, al gruppo e per il gruppo, negoziando le scelte con il gruppo stesso, facilitando il confronto, la discussione e l’ingresso nelle storie di tutti i partecipanti (nella fase denominata socializzazione).

Il metodo della lettura ad alta voce condivisa si sta imponendo nei contesti educativi e di istruzione in Italia (sono almeno 20.000 i docenti che lo adottano in Italia) e in altre parti del mondo, grazie al supporto delle evidenze raccolte circa i suoi effetti.  

Praticata in modo continuativo dall’adulto nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole del primo e del secondo ciclo, la lettura ad alta voce condivisa produce effetti rilevanti per esempio sulle abilità cognitive, emotive, linguistiche, di comprensione, sulle abilità di utilizzo della lingua nell’apprendimento, sulle abilità di pensiero critico, facilita la capacità di stare con gli altri e capirli e, al contempo, educa alla lettura. Il volume mette a fuoco da diverse prospettive disciplinari le caratteristiche fondamentali del metodo, i presupposti teorici, le condizioni di utilizzo, gli effetti sull’apprendimento, in relazione con altri approcci rilevanti. 

Quello della lettura ad alta voce condivisa è un metodo ormai consolidato in centinaia di istituti distribuiti in tutto il territorio nazionale, grazie ai numerosi progetti che si avvalgono della direzione scientifica di Federico Batini e dell’intensa attività di ricerca condotta dal gruppo di ricercatori da lui guidati del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione (FISSUF) dell’Università degli Studi di Perugia in collaborazione con l’Associazione Nausika e con i volontari di LaAV (Letture ad alta voce). Si tratta di esperienze che non solo utilizzano e diffondono questo approccio scientifico, ma ne verificano costantemente l’efficacia con un approccio di ricerca trasformativa.

Il primo progetto di rilevanza nazionale è stato “Leggimi ancora”, promosso sin dal 2018 da Giunti Scuola che ha coinvolto complessivamente, nei suoi cinque anni di attività, oltre 50.000 classi ed ha mostrato con una grande indagine in tre città campione (Torino, Modena e Lecce) gli effetti cognitivi e nelle abilità superiori di comprensione indipendentemente dai punti di partenza.

Da ricordare anche il progetto “Leggere: Forte! Ad alta voce fa crescere l'intelligenza”, politica educativa della Regione Toscana, realizzata in collaborazione con Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana e Cepell (Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura). “Leggere: Forte!” ha proposto sin dall’anno scolastico 2019/20 di introdurre nelle scuole toscane un tempo quotidiano dedicato alla lettura ad alta voce da parte delle educatrici e degli educatori, delle insegnanti e degli insegnanti per le alunne e gli alunni di tutte le scuole di ogni ordine e grado, a partire dai servizi educativi per la prima infanzia. Dopo quattro anni di attività i dati rivelano, per esempio, che i bambini e le bambine del nido aumentano fino al 29,7% la capacità di controllare la motricità globale, la coordinazione e le abilità manipolatorie; nella scuola dell’infanzia la capacità di risolvere problemi interni a situazioni sociali cresce dell’82%; per gli alunni e le alunne della scuola primaria l’Indice di Comprensione Verbale (ICV), ovvero la capacità di formulare e di utilizzare i concetti verbali, migliora del 14,3% e, soprattutto che dimensioni cognitive e di comprensione possono essere sollecitate e migliorate anche nelle scuole secondarie.

Parma invece è in corso il progetto “Lettrici e lettori forti”, promosso da una rete di 10 Istituti Comprensivi della città e della provincia che vede capofila l’Istituto Comprensivo “Giacomo Ferrari”. Il progetto, sostenuto da Fondazione Cariparma nell’ambito del bando “Leggere crea indipendenza”, e realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, l’associazione Nausika e il movimento di volontari LaAV Letture ad alta voce, ha già coinvolto attivamente oltre 200 docenti e oltre 2000 studentesse e studenti, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado. Di recente sono stati diffusi i dati relativi alla seconda annualità, tra i più significativi si possono registrare i confronti con i campioni normativi di standardizzazione italiana, ovvero i punteggi che ci si attendono per quell’età, e i risultati delle prove di fluenza verbale. I bambini della scuola dell’infanzia (3-6 anni) sottoposti al training intensivo di lettura ad alta voce aumentano le abilità di comprensione di testi orali del 20% e di competenza e regolazione emotiva del 38,6% rispetto al loro punto di partenza mentre il gruppo di controllo (non sottoposto all’attività di lettura ad alta voce) mostra un decremento nelle abilità di comprensione e un incremento pari a meno della metà di quello dei gruppi a cui è stato letto per le abilità emozionali. Per la scuola primaria invece, è da rilevare il risultato delle prove di fluenza verbale che valutano l’ampiezza del magazzino lessicale, la velocità di accesso al lessico e la capacità di organizzazione lessicale. I dati mostrano come i bambini sottoposti alla lettura ad alta voce aumentino notevolmente le loro abilità di accesso lessicale fino rispetto al loro punto di partenza. Il gruppo di controllo, composto dalle classi che hanno proseguito con la normale didattica, vede invece un incremento molto inferiore. Infine nella scuola secondaria di primo grado è stata misurata la capacità del soggetto di formulare e utilizzare i concetti verbali, cioè la capacità di ascoltare una richiesta, di recuperare informazioni precedentemente apprese, di pensare e di esprimere verbalmente una risposta. I dati relativi alle classi prime di scuola secondaria di primo grado evidenziano come i ragazzi sottoposti all’attività di lettura ad alta voce aumentino le loro abilità di formulare e utilizzare concetti verbali in modo significativo rispetto al loro punto di partenza.

In cantiere dal 2019 e realizzato negli ultimi due anni scolastici è, a Torino, il progetto “Ad Alta Voce Porta Palazzo”, che si svolge presso l’Istituto comprensivo Torino II strutturato in 4 plessi, per un totale di 1.032 studenti. L’iniziativa è promossa e sostenuta dalla Fondazione per la Scuola (Ente strumentale della Fondazione Compagnia di San Paolo) che sta operando, con differenti azioni, per allargare il progetto e per diffondere il metodo presso ulteriori autonomie scolastiche, in accordo con i propri obiettivi istituzionali. Porta Palazzo, tra le aree più vitali e complesse del capoluogo piemontese, è caratterizzata storicamente dalla presenza da un tasso di presenza immigrata tra i più alti di Italia: un laboratorio di integrazione e convivenza urbana complesso. Qui i dati hanno dimostrato come anche bambini della scuola dell’infanzia che partono da livelli linguistici decisamente inferiori rispetto alle capacità attese per quell’età riescono a progredire in modo significativo (11%) mentre i loro coetanei che partono da livelli più alti diminuiscono, nello stesso periodo, le loro abilità. Oltre il 10% l’incremento dei livelli di comprensione alla scuola primaria e, soprattutto, da una collocazione inferiore alla media normativa si spostano sopra la media stessa (detto in altre parole bambini con abilità di comprensione in italiano inferiori a quelle medie che è possibile attendersi, per quell’età, dopo tre mesi di lettura ad alta voce superano le medie di riferimento). Le percentuali di bambini sopra e sotto la media normativa si invertono: prima della lettura ben il 61% era sotto la media attesa e solo il 39% la superava. Dopo il primo intervento intensivo di lettura il 59% la supera agevolmente. Interessante il dato relativo alle abilità cognitive di base per i ragazzi e le ragazze delle secondarie con un incremento superiore all’11% (a fronte di una crescita dei coetanei che non hanno partecipato pari a un quarto della loro). Per gli stessi ragazzi e ragazze la crescita della fluenza verbale è pari quasi al 20%. 

“La lettura ad alta voce condivisa. Un metodo in direzione dell'equità” è a cura di Federico Batini con i contributi di Teresa Cremin, Simone Giusti, Giordana Szpunar, Alessio Surian, Moira Sannipoli, Giovanni Moretti, Arianna L. Morini, Ermelinda De Carlo, Giusi Marchetta, Martina Evangelista, prefazione di Giulia Guglielmini.

Federico Batini insegna Pedagogia sperimentale, Metodologia della ricerca educativa e Metodi e tecniche della valutazione scolastica all’Università degli Studi di Perugia, dove dirige il Master «Lettura ad alta voce a scuola, nei contesti educativi, di sviluppo, assistenziali, riabilitativi e organizzativi» e «Orientamento narrativo e prevenzione della dispersione scolastica». Dirige le riviste «Effetti di Lettura» e «LLL». È autore, tra l’altro, di «Ad alta voce. La lettura che fa bene a tutti» (Giunti, 2021) e di «Lettura ad alta voce» (Carocci, 2022)

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(Il Prof.Federico Batini a JesiEduca)

Perugia, 26 maggio 2023

25 maggio 2023

Nell’ambito della ristrutturazione e ottimizzazione del patrimonio immobiliare dell’Università degli Studi di Perugia, sono state inaugurate nel pomeriggio di oggi, 25 maggio 2023, le nuove Segreterie Studenti di Ateneo. A partire dalla prossima settimana, in maniera progressiva, tutti gli sportelli, con l’eccezione di quelli dei Dipartimenti di Ingegneria, Ingegneria Civile e Ambientale e Medicina e Chirurgia - si trasferiranno nella Palazzina di via Francesco Innamorati (ingresso giardino).  

I locali, oggetto di una recente ristrutturazione, ospiteranno il servizio di "Segreterie Studenti" rivolto alla Comunità studentesca di Ateneo.  

Il progetto è stato curato dalla ripartizione tecnica dell'Università degli Studi di Perugia, sotto la guida dell’Ing. Bernardino Buonforte e del prof. Ing Paolo Di Nardo, con la consulenza del prof. Paolo Belardi. 

Presenti al taglio del nastro, compiuto da una rappresentanza degli studenti dell’Università degli Studi di Perugia, il Magnifico Rettore, Prof. Maurizio Oliviero,  la Delegata per la Didattica, Prof.ssa Carla Emiliani, il Direttore Generale, Dott.ssa Anna Vivolo, la Governance di Ateneo con i Direttori di Dipartimento e il personale tecnico amministrativo delle Segreterie coinvolto nel trasferimento. 

“Il progetto è parte della già avviata riorganizzazione dell’amministrazione centrale dell’Università degli Studi di Perugia - ha affermato il Direttore Generale - e vuole trovare un punto unico di condivisione delle competenze che il personale negli anni ha maturato nei Dipartimenti, all’insegna della trasversalità. Un luogo che abbiamo fortemente voluto rivitalizzare, centrale e ubicato tra l'Aula Magna lo studentato Itaca. Quello di oggi è solo l'avvio di un progetto più esteso che mira a valorizzare anche lo spazio esterno antistante l’edificio con l'obiettivo di renderlo uno spazio di condivisione e partecipazione”. 

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Nella foto una studentessa e uno studente insieme al Magnifico Rettore, alla Delegata per la Didattica e al Direttore Generale di UniPg tagliano il nastro inaugurale

 

La bellezza dell’agroalimentare italiano tra tutele, agromafie e nuove minacce”, a Perugia, il Seminario promosso da Coldiretti Umbria, Fondazione Osservatorio Agromafie e Comando Legione Carabinieri Umbria, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Perugia. 

“La bellezza dell’agroalimentare italiano tra tutele, agromafie e nuove minacce”: questo il titolo del seminario svoltosi a Perugia nell’Aula Magna del Rettorato organizzato da Coldiretti Umbria, Fondazione Osservatorio Agromafie e Comando Legione Carabinieri Umbria, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Perugia.

“Il cibo è diventato la prima ricchezza dell’Italia per un valore di 580 miliardi di euro nel 2022 nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina” ha spiegato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il Made in Italy a tavola vale quasi un quarto del Pil nazionale e, dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio”. “La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare, riducano la dipendenza dall’estero e garantiscono un giusto prezzo degli alimenti per produttori e consumatori” ha continuato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel ricordare che “dal nutriscore alle etichette allarmistiche sul vino, il giusto impegno della Commissione Europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche e ideologiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti, indipendentemente dalle quantità consumate, e di aprire la strada ai cibi sintetici con pericoli per la salute e l’ambiente”.

“È necessario un profondo lavoro di risistemazione che riguarda il contrasto alle frodi dei prodotti alimentari, considerata l’attuale carenza di un sistema sanzionatorio per comportamenti criminosi capaci di causare danni al mercato, alla concorrenza come pure al pubblico dei consumatori - ha affermato Gian Carlo Caselli, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie. Lo scopo - ha aggiunto Caselli - è di affidare alle norme penali non soltanto il compito, da sempre riconosciuto, di punire i comportamenti illeciti, ma di tutelare beni ulteriori e diversi dalla generica lealtà commerciale, valorizzando, in particolare il consumatore finale di alimenti ed il patrimonio agroalimentare di comunità territoriali”. 

Il Generale Gerardo Iorio Comandante della Legione Carabinieri Umbria ha evidenziato che “L’Arma dei Carabinieri garantisce la tutela di questo fondamentale settore produttivo attraverso l’impiego integrato delle Stazioni territoriali, forestali e dei comparti di specialità, come i NAS, i Reparti Carabinieri Tutela Agroalimentare, i Nuclei operativi ecologici, i Nuclei Carabinieri Ispettorato del Lavoro, con specifiche competenze ad alto contenuto tecnico operativo”.

Maurizio Oliviero, Magnifico Rettore dell’Ateneo perugino, ha sottolineato che “L’Università degli Studi di Perugia prosegue con forza nel suo impegno per la valorizzazione e la custodia delle straordinarie risorse del nostro Paese, a favore della legalità, della dignità delle persone e contro tutte le mafie. L’evento di oggi è particolarmente significativo, in quanto interessa un settore strategico che abbraccia l’intero territorio nazionale e che riguarda la vita di ognuno di noi, con una doppia direttrice. Da un lato, il fondamentale dibattito sul cibo italiano, prezioso patrimonio di noi tutti, sulla sua tutela e sulle filiere a esso collegate. Dall’altro, quello sulla legalità e la lotta alla criminalità, che riguarda fenomeni quali il caporalato, il controllo dei trasporti e della distribuzione, la contraffazione e lo smaltimento illegale di rifiuti. L’Ateneo mette volentieri a disposizione le sue risorse e le sue alte competenze scientifiche per supportare il contrasto di questi fenomeni e dare il suo contributo al benessere di tutte e di tutti”.

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(Un momento del seminario La bellezza dell'agroalimentare italiano)

Perugia, 24 maggio 2023

24 maggio 2023

Mario Mandalà, associato di Oncologia Medica, vincitore di un grant HORIZON per studiare il melanoma pediatrico   

Il prof. Mario Mandalà, professore associato di Oncologia Medica del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Perugia, sarà responsabile di uno dei gruppi che contribuiranno alla realizzazione di un innovativo progetto di ricerca per lo studio del melanoma in età pediatrica. Si tratta di una forma rara di tumore della quale una collaborazione di 9 top team europei specializzati in questo genere di patologie oncologiche e facenti parte di due reti europee di centri melanoma e di centri di oncologia pediatrica, analizzerà gli aspetti diagnostici, molecolari, di intelligenza artificiale clinica e patologica, nonché le basi molecolari della progressione e il ruolo delle terapie sistemiche. 

Il progetto è risultato vincitore di un finanziamento complessivo di 9 milioni di euro nell’ambito del bando europeo “HORIZON-MISS-2021-CANCER-02-03, espressamente rivolto ai tumori e ai sottotipi di cancro poco conosciuti, anche nei bambini e negli adolescenti. 

Il prof. Mandalà e il suo gruppo si occuperanno in particolare della valutazione dell’efficacia e tollerabilità nei pazienti pediatrici dei farmaci immunomodulanti anti PD-1, ovvero i farmaci capaci di inibire la PD-1, la proteina che localizzata sulle cellule del sistema immunitario frena la reazione immunitaria, stimolando il sistema immunitario a riconoscere ed eliminare le cellule di melanoma. 

Il gruppo di ricercatori e ricercatrici UniPg raccoglierà e analizzerà i dati provenienti da tutta Europa relativi ai pazienti fino a 18 anni trattati con farmaci anti PD-1: l’utilizzo di questi farmaci, infatti, se è ben studiato nella popolazione adulta, non ha basi solide e consolidate nella popolazione pediatrica, causando così una disparità terapeutica. 

Il team di ricerca diretto dal prof. Mandalà, in particolare, si occuperà di valutare l’efficacia e la tollerabilità dei farmaci immunomodulanti anti PD-1, nei pazienti pediatrici, adolescenti e giovani adulti con melanoma in fase iniziale e metastatica, il loro eventuale impatto sulla fertilità, nonché, infine, il background genetico dei pazienti, dei loro familiari, e dei pazienti che sviluppano secondi tumori. 

La durata dello studio sarà di 4 anni; i primi dati, relativi all’analisi retrospettiva dei maggiori centri europei, è prevista nei prossimi 12 mesi.   

Il melanoma 

In Italia ogni anno si registrano circa 14000 nuovi casi di melanoma. Si tratta di un tumore maligno che origina dai melanociti, le cellule deputate alla produzione di melanina, un pigmento responsabile dell’abbronzatura quando la pelle è esposta alla luce UV. La prognosi del melanoma è migliorata nell’ultimo decennio e un ruolo importante è attribuito alle nuove terapie, sia target che immunologiche. Queste terapie sono state sviluppate fondamentalmente nella popolazione adulta, e pertanto i dati relativi ai pazienti fino a 18 anni sono scarsi e fondamentalmente aneddotici, causando così una disparità di sviluppo terapeutico tra la popolazione adulta e la popolazione giovane. Presso quest’ultima popolazione, infatti, il melanoma è una patologia rara: la sua eziopatogenesi, la diagnosi istopatologica, le basi molecolari della progressione, il ruolo del microambiente tumorale, l’impatto della intelligenza artificiale nella diagnosi clinica e istopatologia e per ultimo il ruolo della terapia sistemica sono ad oggi pressoché inesplorate. 

L’Unione Europea ha pertanto bandito la call aperta a studi collaborativi europei che potessero focalizzarsi sui tumori rari. 

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(Prof. Mario Mandalà)

Perugia, 24 maggio 2023

Valutare la sostenibilità delle filiere agro-zootecniche in Europa, il contributo UniPg
 
23 maggio 2023

All’insegna del motto “Trasformiamo il futuro” migliaia di giovani delle scuole di ogni ordine e grado e dell’università hanno camminato insieme sui passi di Francesco da Perugia ad Assisi per chiedere ancora una volta alla politica nazionale e internazionale di fermare tutte le guerre e di promuovere pace, rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto, sviluppo sostenibile, democrazia. 

Dietro allo striscione di apertura della Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità alunni e alunne, docenti e dirigenti scolastici di 119 scuole della Rete nazionale delle scuole di pace. A seguire lo striscione della Rete delle Università Italiane per la Pace (RUniPace) che riunisce 71 università. 

Presenti anche 280 realtà associative e sindaci, assessori, consiglieri comunali e regionali di 150 enti locali da tutta Italia. 

È stata la "marcia dei giovani", la terza da quando è scoppiata la guerra in Ucraina. 

Alla partenza si sono alternati sul palco vari interventi, tra i quali quello di Enza Pellecchia, Coordinatrice di RUniPace con Marco Mascia. Insieme con lei sono saliti sul palco i Rettori delle Università degli studi di Perugia, Parma, L’Aquila e le/i referenti di RUniPace di tante università. 

All’arrivo ad Assisi, nel 75° anniversario della Costituzione italiana e della Dichiarazione universale dei diritti umani, è stato firmato il “Patto di Assisi”, un patto educativo con il quale scuole, università e enti locali hanno deciso di unire i loro sforzi per: 

  • educarci ed educare alla pace con la cura, come impegno pubblico e bene comune essenziale per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030; 
  • investire sulle giovani generazioni e sulla loro formazione in modo che possano imparare a ripudiare la guerra e divenire costruttori e costruttrici di pace e di un mondo più umano; 
  • fare in modo che ogni Scuola, Università e Città diventino luoghi di pace, dialogo e fraternità; 
  • sviluppare l’insegnamento trasversale dell’educazione civica e gli studi per la pace come disciplina accademica a forte caratterizzazione interdisciplinare e in chiave di ricerca/azione, nella quale si legano teoria e pratica di trasformazione della realtà e del futuro. 

Per trasformare il futuro, si legge nel Patto di Assisi, bisogna trasformare l’educazione, aprire nuovi orizzonti e superare forme didattiche e organizzative non più adeguate all’era che stiamo vivendo. Formare giovani artigiani di pace competenti, preparati a trasformare un futuro incerto, denso di insidie complesse, in rapido cambiamento. 

 

rappresentanza di runipace alla marcia perugiassis2023

22 maggio 2023

La bellezza dell’agroalimentare italiano tra tutele, agromafie e nuove minacce - 24 maggio 2023, ore 10, Aula Magna Rettorato, Università degli Studi di Perugia  

“La bellezza dell’agroalimentare italiano tra tutele, agromafie e nuove minacce” è il titolo del seminario organizzato da Coldiretti Umbria, Fondazione Osservatorio Agromafie e Comando Legione Carabinieri Umbria, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Perugia. L’appuntamento mercoledì 24 maggio 2023, alle ore 10, a Perugia, nell’Aula Magna del Rettorato dell’Ateneo perugino. 

Saluti istituzionali

  • Maurizio Oliviero- Magnifico Rettore Università degli Studi di Perugia                     
  • Roberto Morroni- Vicepresidente Regione Umbria
  • Andrea Romizi- Sindaco Comune Perugia                                                  

 I SESSIONE “Cibo italiano, tutele, nuove minacce”

  • Francesco Greco- già Procuratore Capo, Responsabile Progetto Europa, Fondazione Osservatorio Agromafie                  
  • Gaetano Martino- Direttore Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali Università degli Studi di Perugia                                                      
  • Fabrizio Rueca- Direttore Dipartimento di Medicina Veterinaria Università degli Studi di Perugia                                                                                                                   
  • Marco Angelini - Professore Dipartimento di Giurisprudenza Università degli Studi di Perugia
  • Felice Adinolfi- Professore di Economia Agraria Università di Bologna e Direttore Centro Studi Divulga                                                                                                                                

II SESSIONE “Legalità e agromafie”

  • Gian Carlo Caselli- Presidente del Comitato scientifico della Fondazione “Osservatorio Agromafie”, già Procuratore della Repubblica
  • Sergio Sottani- Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Perugia
  • Gerardo Iorio- Generale Comandante della Legione Carabinieri Umbria              
  • Maurizio Oliviero- Magnifico Rettore Università degli Studi di Perugia                

Intervento: Emanuele Prisco - Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno

Intervento conclusivo: Ettore Prandini - Presidente Nazionale Coldiretti                                   

Coordina: Annamaria Capparelli, Giornalista

 

Perugia, 22 maggio 2023

Dei 19 laureati che hanno partecipato alla prima stagione SITUM, 17 hanno trovato subito un’occupazione e, di questi, 6 hanno iniziato a lavorare nelle imprese SITUM in cui hanno effettuato il tirocinio.
19 maggio 2023

Premiazione dei Giochi della Chimica - fase regionale, pronta la squadra per la finale nazionale a Roma

Nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Perugia si sono tenute le premiazioni delle finali regionali umbre dei Giochi della Chimica: vi hanno partecipato oltre 190 fra studentesse e studenti che si sono misurati con 40 quesiti a risposta multipla diversi per le tre classi in cui è articolato il concorso, e si sono svolte a Perugia (presso i Dipartimenti di Economia e di Scienze Politiche) e al Polo Scientifico Didattico di Terni.

Il 26 maggio prossimo, a Roma, si terrà la finale nazionale dei Giochi della Chimica e l’Umbria sarà rappresentata dagli studenti Simone Manconi dell’ITTS ‘A. Volta’ di Perugia, Alessandro Nugnes del Liceo Scientifico ‘G. Alessi’ di Perugia, e Carlo De Martini dell’IT ‘Franchetti Salviani’ di Città di Castello risultati primi classificati nelle tre classi di concorso e che sono stati premiati in Aula Magna insieme ai migliori posizionati nei diversi istituti scolastici.

“Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti dai nostri studenti – ha detto il Prof. Antimo Gioiello, docente del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Ateneo perugino e Presidente della Sezione Umbria della Società Chimica Italiana (SCI) in occasione della premiazione –. La giornata di oggi è dedicata a loro, al loro impegno e alla loro bravura, ma anche alle insegnanti che quotidianamente si dedicano alla loro formazione. Questo evento ha un importante significato culturale e formativo e vuole premiare le eccellenze ed incoraggiare tutti coloro che si avvicinano alla disciplina” ha concluso il Prof. Gioiello, rivolgendo i migliori auguri di tutta la comunità agli studenti che parteciperanno alla fase nazionale.

Prima della premiazione, l'evento ha previsto due seminari divulgativi a carattere scientifico sul tema “L'universo chimico e la chimica dell'universo” tenuti dal Prof. Antonio Macchiarulo e dalla Prof.ssa Nadia Balucani, che hanno raccontato il ruolo determinate della chimica nell'origine dei farmaci e della vita sul nostro pianeta.

Quest’anno i Giochi si sono svolti in presenza in quattro momenti diversi: una fase d’istituto, una fase regionale, una fase nazionale e una fase internazionale.

Quest’ultima edizione ha fatto registrare un record storico con la partecipazione di 740 istituti e più di 25 mila studenti da tutta Italia, provenienti da licei classici, scientifici, dagli istituti tecnici e professionali. Come da tradizione, la manifestazione si è articolata in tre classi di concorso: Classe A - studenti dei primi due anni della scuola secondaria di secondo grado; Classe B - studenti del successivo triennio non ad indirizzo chimico; Classe C - studenti del triennio dei nuovi Istituti Tecnici, settore Tecnologico, indirizzo Chimica, Materiali e Biotecnologie.

Organizzati dalla Società Chimica Italiana (SCI), su incarico del Ministero dell’Istruzione, i Giochi (nati nel 1984 su iniziativa dell'Università di Padova, dal 1987 sono una manifestazione nazionale) hanno lo scopo di stimolare tra i giovani l'interesse e la passione per la chimica e di selezionare la squadra italiana per i Campionati Internazionali che quest’anno si terranno a Zurigo dal 16 al 25 luglio.

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(Momento conclusivo, in Aula Magna, della cerimonia di premiazione dei Giochi della Chimica - fase regionale)

Perugia, 19 maggio 2023

18 maggio 2023

Bando 150 ore a.a. 2022-23 – Emanati con D.R. n. 389 del 27 febbraio 2023

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