Il prof. Mandalà vince grant HORIZON per studiare il melanoma pediatrico
Mario Mandalà, associato di Oncologia Medica, vincitore di un grant HORIZON per studiare il melanoma pediatrico
Il prof. Mario Mandalà, professore associato di Oncologia Medica del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Perugia, sarà responsabile di uno dei gruppi che contribuiranno alla realizzazione di un innovativo progetto di ricerca per lo studio del melanoma in età pediatrica. Si tratta di una forma rara di tumore della quale una collaborazione di 9 top team europei specializzati in questo genere di patologie oncologiche e facenti parte di due reti europee di centri melanoma e di centri di oncologia pediatrica, analizzerà gli aspetti diagnostici, molecolari, di intelligenza artificiale clinica e patologica, nonché le basi molecolari della progressione e il ruolo delle terapie sistemiche.
Il progetto è risultato vincitore di un finanziamento complessivo di 9 milioni di euro nell’ambito del bando europeo “HORIZON-MISS-2021-CANCER-02-03, espressamente rivolto ai tumori e ai sottotipi di cancro poco conosciuti, anche nei bambini e negli adolescenti.
Il prof. Mandalà e il suo gruppo si occuperanno in particolare della valutazione dell’efficacia e tollerabilità nei pazienti pediatrici dei farmaci immunomodulanti anti PD-1, ovvero i farmaci capaci di inibire la PD-1, la proteina che localizzata sulle cellule del sistema immunitario frena la reazione immunitaria, stimolando il sistema immunitario a riconoscere ed eliminare le cellule di melanoma.
Il gruppo di ricercatori e ricercatrici UniPg raccoglierà e analizzerà i dati provenienti da tutta Europa relativi ai pazienti fino a 18 anni trattati con farmaci anti PD-1: l’utilizzo di questi farmaci, infatti, se è ben studiato nella popolazione adulta, non ha basi solide e consolidate nella popolazione pediatrica, causando così una disparità terapeutica.
Il team di ricerca diretto dal prof. Mandalà, in particolare, si occuperà di valutare l’efficacia e la tollerabilità dei farmaci immunomodulanti anti PD-1, nei pazienti pediatrici, adolescenti e giovani adulti con melanoma in fase iniziale e metastatica, il loro eventuale impatto sulla fertilità, nonché, infine, il background genetico dei pazienti, dei loro familiari, e dei pazienti che sviluppano secondi tumori.
La durata dello studio sarà di 4 anni; i primi dati, relativi all’analisi retrospettiva dei maggiori centri europei, è prevista nei prossimi 12 mesi.
Il melanoma
In Italia ogni anno si registrano circa 14000 nuovi casi di melanoma. Si tratta di un tumore maligno che origina dai melanociti, le cellule deputate alla produzione di melanina, un pigmento responsabile dell’abbronzatura quando la pelle è esposta alla luce UV. La prognosi del melanoma è migliorata nell’ultimo decennio e un ruolo importante è attribuito alle nuove terapie, sia target che immunologiche. Queste terapie sono state sviluppate fondamentalmente nella popolazione adulta, e pertanto i dati relativi ai pazienti fino a 18 anni sono scarsi e fondamentalmente aneddotici, causando così una disparità di sviluppo terapeutico tra la popolazione adulta e la popolazione giovane. Presso quest’ultima popolazione, infatti, il melanoma è una patologia rara: la sua eziopatogenesi, la diagnosi istopatologica, le basi molecolari della progressione, il ruolo del microambiente tumorale, l’impatto della intelligenza artificiale nella diagnosi clinica e istopatologia e per ultimo il ruolo della terapia sistemica sono ad oggi pressoché inesplorate.
L’Unione Europea ha pertanto bandito la call aperta a studi collaborativi europei che potessero focalizzarsi sui tumori rari.
(Prof. Mario Mandalà)
Perugia, 24 maggio 2023