Ricerca
Un team tutto al femminile dell’Università degli Studi di Perugia, che da diversi anni si occupa di economia circolare e sviluppo sostenibile, composto dalle professoresse Assunta Marrocchi, del Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie, Ombretta Marconi, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali e Raffaella Branciari del Dipartimento di Medicina Veterinaria, ha vinto un finanziamento internazionale per il progetto BIOTHEREP nell’ambito di Horizon 2020.
Produzione di energia rinnovabile da rifiuti organici di mattatoi
“Biotherep – spiegano le tre docenti perugine - ha la finalità della conversione ibrida biochimica e termochimica dei rifiuti organici dei mattatoi per la produzione di energia rinnovabile, e rientra tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile adottata dalle Nazioni Unite. Poiché il cambiamento climatico diventa sempre più significativo, le fonti di energia sostenibili e pulite sono oggi più che mai necessarie”. Tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda, il Goal 7 è, infatti, interamente dedicato all'energia, con l'obiettivo di garantire a tutti l'impiego di un'energia accessibile, affidabile, sostenibile e moderna. Il progetto BIOTHEREP vede nello specifico come partecipanti partner del settore accademico (università e centri di ricerca) e partner del settore privato.
Le congratulazioni del Magnifico Rettore prof. Maurizio Oliviero
“Alle professoresse Assunta Marrocchi, Ombretta Marconi e Raffaella Branciari vanno le mie più vive congratulazioni per l’importante e significativo riconoscimento ottenuto - ha dichiarato il Magnifico Rettore, prof. Maurizio Oliviero – unitamente ai miei migliori auguri di buon lavoro. Investire nella ricerca e nell’utilizzo delle energie rinnovabili, specialmente quando il progetto vede la partecipazione di più atenei, istituzioni e paesi, significa investire nel futuro, nostro e dei nostri giovani e garantire a tutte e a tutti la possibilità di uno sviluppo rapido, equo e sostenibile”.
Un partenariato Europa-Africa
Il progetto è risultato tra i 10 finanziati nell’ambito del programma LEA-PRE pubblicato dal Programma ‘Long Term EU-Africa Partnership for Research and Innovation actions in the area of renewable energy’. LEA-PRE è uno strumento di finanziamento che si avvale del partenariato Europa-Africa sulle energie rinnovabili (LEAP-RE) cofinanziato dall'Unione europea (UE) e dall’Unione Africana nell'ambito di Horizon 2020: mira a sviluppare un programma a lungo termine di partenariato tra Europa e Africa in materia di ricerca e innovazione (R&I) nel settore delle energie rinnovabili ed è gestito in forma di consorzio costituito da 83 partner provenienti da paesi europei e africani.
I partecipanti al progetto
Il progetto denominato BIOTHEREP coinvolge 10 partner di due continenti. I partner provengono da 4 paesi africani (Algeria, Egitto, Marocco, Sud Africa) e 3 paesi europei (Francia, Italia e Germania). Coordinato dall’ Università Politecnica Mohammed VI (Marocco), vede la partecipazione dell’ Ibn Tofail University (Marocco), UKZN – University of KwaZulu-Natal (Sudafrica), Mangosuthu University of Technology (Sudafrica), Fountain Green Energy (Sudafrica), Università degli Studi di Perugia (Italia), HTW Berlin – Università di Scienze Applicate (Germania), Institut de Combustion, Aérothermique, réactivité et environnement (Francia), Centre de développement des Energies Renouvelables (Algeria), Università del Cairo (Egitto), BioEnergy Berlin GmbH (Germania).
(Nella foto, da sinistra, le professoresse Ombretta Marconi, Raffaella Branciari, Assunta Marrocchi)
Perugia, 14 giugno 2023
Einstein Telescope: presentato dal Governo il progetto dell’infrastruttura di ricerca internazionale
Studiare la storia dell’universo andando indietro nel tempo, fino quasi al big bang, grazie alla rivelazione sulla Terra delle onde gravitazionali prodotte da eventi cosmologici, come fusione di buchi neri o di stelle di neutroni, avvenuti tantissimo tempo fa a distanze inimmaginabili. È ciò che consentirà l’Einstein Telescope, la futura grande infrastruttura di ricerca internazionale che sorgerà in Sardegna nel sito di Sos Enattos a Lula, in provincia di Nuoro.
Il progetto è stato presentato oggi a Roma dalla Presidente del Consiglio Dei Ministri, On. Giorgia Meloni, e dai ministri Anna Maria Bernini (Università e Ricerca), Marina Elvira Calderone (Lavoro e delle politiche sociali), Antonio Tajani (Esteri) e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano
All’evento hanno partecipato anche il presidente dell'INFN, Antonio Zoccoli, e il premio Nobel per la Fisica e presidente del comitato scientifico per la candidatura italiana Giorgio Parisi.
Einstein Telescope più che osservare l’universo, lo ascolterà. Le onde gravitazionali sono, infatti, come l’eco degli eventi astrofisici che le hanno prodotte. Previste oltre un secolo fa da Albert Einstein – per questo Einstein Telescope è stato dedicato al grande scienziato – come una delle conseguenze della sua teoria della relatività generale, sono state osservate per la prima volta il 14 settembre 2015 dalle Collaborazioni Scientifiche Ligo e Virgo grazie agli interferometri Ligo. Esse sono minuscole oscillazioni, vibrazioni, dello spaziotempo, cioè della struttura a quattro dimensioni – le tre dimensioni spaziali più quella temporale – che costituisce il nostro universo.
Einstein Telescope sarà dieci volte più sensibile degli attuali interferometri, consentendoci di osservare praticamente tutte le fusioni di buchi neri e di stelle di neutroni avvenute nel nostro universo, oltre a nuovi fenomeni astrofisici ancora mai osservati, come le esplosioni di supernovae.
Per eseguire misure di tale precisione Einstein Telescope necessita delle tecnologie più avanzate e la rete di laboratori finanziata nel PNRR col progetto ETIC (IR0000004) presso l'INFN, l'ASI, l'INAF e 11 università italiane ha esattamente questo scopo.
La sezione INFN di Perugia e l'Università degli Studi di Perugia hanno un ruolo di leadership nel progetto Einstein Telescope e nel progetto ETIC. Michele Punturo, Dirigente di Ricerca INFN è lo spokesperson della collaborazione scientifica internazionale di Einstein Telescope e principal investigator di ETIC. Monique Bossi, Dirigente Tecnologo INFN, è la Infrastructure Manager dell'intero progetto ETIC e Helios Vocca, Professore e ricercatore associato INFN, è il responsabile del laboratorio internazionale CAOS, appartenente alla rete ETIC, in costruzione presso l'Università degli Studi Perugia. Al progetto CAOS collabora l’unità operativa ETIC dell’INFN di Perugia, coordinata da Patrizia Cenci, Dirigente di Ricerca INFN e Direttrice della Sezione INFN di Perugia.
"La collaborazione internazionale Einstein Telescope è in rapida crescita, avendo superato in meno di un anno dalla sua nascita i 1430 membri, cioè scienziati provenienti da 23 nazioni e 211 enti e università" - afferma Michele Punturo - "Lo sforzo coordinato di questa grande collaborazione è definire nei prossimi anni il disegno tecnico di ET e contribuire alla selezione del sito o dei siti dove costruire l'osservatorio. La candidatura dell'Italia effettuata dalla Presidente del Consiglio dei Ministri e da una compagine così rappresentativa del governo mette l'Italia in una posizione di forza nella partita internazionale per la selezione del sito di ET".
“La candidatura ad ospitare ET in Sardegna trova nelle due componenti sviluppate all’interno del progetto ETIC delle solide fondamenta - afferma Monique Bossi -. Da un lato lo studio di pre-fattibilità sul sito nell’area di Sos Enattos e dall’altra il rafforzamento della rete di laboratori che concorrono allo sviluppo scientifico e tecnologico necessario ad ET: due obiettivi ambiziosi costruiti attorno ad una struttura complessa di oltre 140 attività portate avanti da 27 unità operative distribuite in tutta Italia che per i prossimi 30 mesi possono contare su un finanziamento di quasi 50M€”.
“La sezione INFN di Perugia ha un ruolo duplice in ETIC - dichiara Patrizia Cenci - fornire il management all’intero progetto ETIC con personale altamente qualificato, e reclutare giovani tecnologi per l’implementazione degli apparati scientifici nell’infrastruttura CAOS”.
Il laboratorio Caos a Perugia
CAOS è una infrastruttura internazionale volta principalmente allo sviluppo delle tecnologie di ET nel campo del filtraggio sismico e dei controlli a basso rumore, con possibili grandi ricadute anche in campi trasversali, primo tra tutti quello della sismologia e dell’early warning dei terremoti.
“Il laboratorio, un centro di eccellenza di livello mondiale, potrà ospitare un interferometro con bracci di 10 metri con le sospensioni in scala 1:1 dei detector per onde gravitazionali di terza generazione, come ET, fondamentali per ridurre le fluttuazioni che ne limitano le sensibilità – afferma Helios Vocca –. Nessun altro laboratorio al mondo ha infatti queste caratteristiche e questo permetterà alla collaborazione italiana e all’Università degli Studi di Perugia di mantenere nel nostro Paese questa importante tecnologia con ricadute evidenti per tutto il nostro territorio”.
Secondo il Magnifico Rettore Maurizio Oliviero: “È motivo di grande orgoglio ospitare a Perugia, nel polo ingegneristico del nostro Ateneo, il laboratorio internazionale CAOS. Questa infrastruttura avrà ricadute enormi per l’intera comunità accademica sul piano occupazionale, tecnologico ed economico, offrendosi come un punto di riferimento a livello mondiale. Non possiamo che ringraziare la collaborazione scientifica dell’INFN e del Dipartimento di Fisica e Geologia, per questo contributo fondamentale a uno dei più affascinanti progetti finanziati dal Pnrr che mira ad ampliare la nostra conoscenza dell’universo”.
Lo studio delle tecnologie abilitanti per Einstein Telescope è uno dei principali obiettivi del progetto SUPER-C, lo Space and Universe Perugia Research Cluster, coordinato da Bruna Bertucci, professore ordinario e ricercatrice associata INFN, finanziato dal MUR al Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università degli Studi di Perugia nell’ambito del programma dei Dipartimenti di eccellenza 2023-2027. “Con il progetto SUPER-C il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università degli Studi di Perugia è stato selezionato tra i primi 8 Dipartimenti di Eccellenza Italiani nella rispettiva area scientifico disciplinare” - afferma Bruna Bertucci - “Lo studio delle onde gravitazionali, condotto da decenni nel nostro Dipartimento in congiunzione con l’INFN, è uno dei pilastri del nostro progetto”.
L’Università degli Studi di Perugia coordina una rete di laboratori con lunga esperienza in questo campo per lo studio e la realizzazione di CAOS. Di questa rete fanno parte gruppi universitari, INFN e INAF italiani (Pisa, Camerino, GSSI-L’Aquila, Roma “La Sapienza”, Bologna), EGO (lo European Gravitational Observatory), e gruppi stranieri (come i giapponesi NAOJ e ICRR).
Sito web ET-Italia: https://www.einstein-telescope.it/
Sito web ETIC: https://web.infn.it/einsteintelescope/index.php/it/home-it-it
Pagina web CAOS:
https://web.infn.it/einsteintelescope/index.php/it/home-it-it/infrastrutture-e-labs/caos
(Un' immagine del progetto)
Perugia, 6 giugno 2023
Il progetto Frontier ‘Eco2Wine’, della rete di formazione di dottorato Orizzonte Europa dell'UE, per promuovere l'innovazione e la comunicazione globali nella produzione di vino
Ventuno organizzazioni di tutto il mondo, coinvolte nella scienza della vinificazione, hanno unito le forze per competere con successo per ottenere il sostegno dell'Unione Europea. I finanziamenti del programma Orizzonte Europa dell'UE, con il progetto "Eco2Wine", saranno investiti nella ricerca all'avanguardia, nella formazione avanzata di dottorato e nella comunicazione pubblica sui nuovi approcci alla vinificazione.
"Eco2Wine" prenderà il via alla fine del 2023, con un finanziamento congiunto di circa 2,4 milioni di euro in quattro anni.
Dieci studenti di dottorato saranno formati attraverso questo progetto.
I partecipanti
Gli istituti partner del consorzio Eco2Wine, coordinati dall'Università degli Studi di Milano, sono dislocati nei Paesi vitivinicoli, tra cui Italia, Germania, Francia, Georgia, Spagna, Slovenia e Sudafrica.
Le università partecipanti sono: Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Perugia, Université de Bourgogne, Università Hochschule Geisenheim, Università tecnica georgiana, Università di Lubiana; Università di Cadice e Università di Stellenbosch, nonché il Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo.
Il ruolo di UniPg
L'Università degli Studi di Perugia partecipa con il prof. Gianluigi Cardinali e la prof.ssa Laura Corte del gruppo di microbiologia del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche affiliato al Centro di Ricerca di Eccellenza CEMIN.
Questo gruppo si occuperà dell'identificazione delle colture di lievito isolate nell'ambito del progetto ed è responsabile dello sviluppo di un approccio innovativo alla conservazione del sottostato con una tecnologia di crioconservazione all'avanguardia unita al sequenziamento di nuova generazione per analisi metagenomiche per arrivare a conservare i microrganismi nei substrati in cui si trovano naturalmente.
Questo nuovo approccio intende superare i problemi insiti nella conservazione della biodiversità microbica sia ex situ (cioè nei congelatori di laboratorio) che in situ (cioè nel luogo di origine). Infatti, la prima tecnica mantiene le colture con variazioni minime ma si basa su tecniche di isolamento microbico che non ottengono necessariamente colture vitali da tutti i microrganismi. D'altra parte, la conservazione ex situ garantisce di preservare l'intera biodiversità, ma è soggetta ai cambiamenti ambientali. Il gruppo dell’Università degli Studi di Perugia sta organizzando il “Kick-off meeting” per dare l’avvio ufficiale a dicembre 2023.
Progetto Eco2Wine
L'obiettivo scientifico del progetto Eco2Wine è quello di sfruttare le interazioni microbiche che si verificano durante la vinificazione come strumenti per l'innovazione. In tal modo, l'obiettivo è quello di produrre vini naturali ed ecologici, migliorando la gestione del vigneto e offrendo ai consumatori una maggiore scelta di vini. Oltre a concentrarsi sulla scienza all'avanguardia, il progetto impiegherà approcci creativi alla comunicazione pubblica e al coinvolgimento, tra cui narrazione digitale, display virtuali e collegamenti scienza-arte, nonché sforzi per coinvolgere gruppi pubblici pertinenti nella co-creazione di nuove idee e conoscenza. Il team garantirà inoltre la condivisione continua dei progressi e dei risultati tramite i principali media e social media.
Coinvolto il mondo vitivinicolo
In ogni Paese sono coinvolti anche diversi partner vitivinicoli e dell'industria vinicola. Questi includono: l'Agenzia nazionale del vino della Georgia; Miguel Torres SA (Spagna); Fundacion Rioja Salud (Spagna); Winetech (Sudafrica); Parsec (Italia); Vivai Cooperativi Rauscedo (Italia); SICAREX Beaujolais Société (Francia); Azienda Agricola Ferghettina (Italia); Azienda vinicola Shumi Ltd (Georgia), Azienda vinicola Petrič (Slovenia); e Reyneke Winery (Sudafrica).
La geriatra Patrizia Mecocci vincitrice del prestigioso grant HORIZON-JU-IHI con il progetto AD-Riddle, piattaforma innovativa per la prevenzione e la cura della Malattia di Alzheimer - Le congratulazioni del Magnifico Rettore prof. Maurizio Oliviero
La prof.ssa Patrizia Mecocci, Ordinario di Gerontologia e Geriatria dell’Università degli Studi di Perugia e Foreign Adjunct Professor del Karolinska Institute di Stoccolma, sarà alla guida del gruppo di ricerca dell’Ateneo perugino per il progetto AD-Riddle finanziato dall’Unione Europea con 14,4 milioni di euro.
AD-Riddle
Il progetto si propone di creare un sistema di strumenti che permetta di individuare e gestire i fattori di rischio della malattia di Alzheimer, favorire la diagnosi precoce ed offrire a chi è già malato la possibilità di essere trattato con le terapie più innovative per la cura della malattia.
È articolato in vari moduli che vedono come punto di partenza la creazione di un portale web che sia accessibile alla popolazione e che permetta di individuare in modo semplice ma efficace le persone che vogliono conoscere il proprio stato di salute relativamente alle funzioni cognitive o che già lamentano disturbi cognitivi anche molto lievi. A questa prima fase, definibile come pre-screening, segue un altro modulo volto ad una valutazione più approfondita e dettagliata delle funzioni cognitive mediante test neuropsicologici eseguibili via web con il computer attraverso strumenti diagnostici digitali e, contemporaneamente, utilizzando e validando biomarcatori plasmatici di malattia (attraverso un prelievo di sangue) che permettano di fare diagnosi con analisi di più semplice esecuzione e meno costose rispetto a quelle attualmente utilizzate (dosaggi liquorali, PET amiloide/PET tau).
A questo punto l’individuazione di soggetti a rischio permetterà di mettere in atto programmi di controllo dei principali fattori di rischio per la demenza (ipertensione arteriosa, diabete, ipercolesterolemia, fumo…) e favorire e sostenere uno stile di vita sano suggerendo le più appropriate modalità di attività fisica, stimolazione cognitiva, educazione alimentare, attività sociali.
La durata dello studio sarà di 5 anni e vedrà coinvolti prestigiosi centri di ricerca clinica in Svezia, Finlandia, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Spagna, con la Gerontologia e Geriatria di Perugia come unico centro italiano. Il progetto, sostenuto dall’Unione Europea, vede coinvolti anche enti filantropici come la fondazione Bill Gates, le associazioni di familiari e pazienti come Alzheimer Europe, enti di controllo di qualità ed equità delle cure come il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) del sistema sanitario nazionale della Gran Bretagna, industrie farmaceutiche, di sistemi digitali per la salute e di diagnostica clinica.
Dichiarazione della prof.ssa Mecocci
“La piattaforma AD-Riddle - dice la prof.ssa Mecocci- si basa su un concetto innovativo che si propone di rivoluzionare il modo con cui la malattia di Alzheimer viene sospettata, diagnosticata, prevenuta e trattata in tutti i possibili setting assistenziali. Il progetto è centrato sul concetto di ‘toolbox’ cioè di una ‘cassetta di attrezzi’ rappresentati da strumenti differenti a seconda del tipo di richieste che vengono sia dal singolo che dalla società per sapere se sono presenti disturbi cognitivi, attraverso quali sistemi, anche digitali, è possibile facilitare l’individuazione del soggetto più a rischio per proporgli, da medico sia di base che specialista, un percorso per la diagnosi che utilizzi strumenti di facile uso e poco costosi, come i test neuropsicologici digitali e i biomarcatori misurabili nel sangue. In questo modo già in fase molto precoce di malattia si potrà indirizzare la persona verso terapie sia non farmacologiche che farmacologiche, controllare i fattori di rischio, mettere in atto di stili di vita più salutari e utili a prevenire o comunque gestire meglio la malattia. Con questo progetto ci proponiamo di offrire risposte utili alla persona, al medico ma anche ai sistemi sanitari nazionali per aumentare l’efficacia dell’azione contro la demenza di Alzheimer”.
Le congratulazioni del Magnifico Rettore prof. Maurizio Oliviero
“Rivolgo alla prof.ssa Mecocci e al suo gruppo di lavoro le mie più vive congratulazioni per il prestigioso riconoscimento internazionale ricevuto, motivo di particolare orgoglio per l’intera comunità universitaria in quanto rappresenta una preziosa opportunità di mettere le nostre migliori competenze al servizio del benessere delle persone. L’approccio altamente innovativo del progetto, che parte dall’individuazione precoce dei primi segnali della patologia o dei fattori di rischio per poi suggerire cambiamenti nello stile di vita uniti a percorsi individuali, farmacologici o meno, che possano prevenire o limitare l’insorgenza di sintomi più gravi, introduce un nuovo paradigma nella diagnosi e il trattamento dell’Alzheimer, aprendo la strada a nuove frontiere di ricerca”.
(Prof.ssa Patrizia Mecocci)
Perugia, 5 giugno 2023
“Giornata Mondiale Senza Tabacco 2023”, un momento per sensibilizzare la comunità accademica e non solo al tema della dipendenza dal tabacco e sui metodi per smettere di fumare con il progetto di Ateneo “Smoke-free UniPg”
Torna anche quest’anno, il 31 Maggio, la “Giornata Mondiale senza Tabacco” promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
L’Università degli Studi di Perugia aderisce all’iniziativa grazie al Progetto “Smoke free UniPg”, attività volta a ridurre la percentuale dei fumatori tra gli studenti e le studentesse e i dipendenti, a garantire il rispetto del divieto di fumo nelle strutture universitarie e a rendere i luoghi di lavoro più puliti e sicuri.
Lo slogan scelto dall’OMS per la Giornata - “We need food, not tobacco” – “Abbiamo bisogno di cibo, non di tabacco” vuole puntare l’attenzione sui 349 milioni di persone in 79 Paesi della terra che affrontano una pesante crisi alimentare, aggravata dal fatto che in molti di questi stati la coltivazione del tabacco si sostituisce a quella di cibi sani.
“L’Ateneo prosegue con determinazione nel suo impegno volto a migliorare, in tutti i suoi aspetti, il benessere e la salute fisica e mentale della comunità accademica, dentro e fuori dalle strutture universitarie - afferma il Magnifico Rettore dell’Università di Perugia, Prof. Maurizio Oliviero – Fondamentale è il progetto Smoke-free UniPg, volto a rendere l’Università un luogo sempre più libero dal fumo di tabacco, con l’obiettivo dichiarato di ridurre la dipendenza dai prodotti del tabacco, i numerosi rischi a essa associati, l’inquinamento delle strutture e in favore di uno stile di vita sano, positivo e virtuoso”.
Le attività di sensibilizzazione previste dal Progetto “Smoke free UniPg” vedranno nella giornata del 31 Maggio la distribuzione di opuscoli informativi in tutti i Dipartimenti dell’Ateneo e nella sede dell’amministrazione centrale di Palazzo Murena, dove gli interessati potranno inoltre ricevere informazioni sui danni alla salute correlati all’uso di prodotti del tabacco e sui trattamenti di provata efficacia per smettere di fumare.
Le prof.sse Barbara Cellini e Luigina Romani del Dipartimento di Medicina e Chirurgia di UniPg sono risultate vincitrici di un American Research Grant della Cystic Fibrosis Foundation (CFF) con sede a Bethesda (USA) per un progetto di ricerca che mira a individuare nuovi bersagli terapeutici nella fibrosi cistica, la malattia genetica grave più diffusa che colpisce diversi organi, ma in particolare l’apparato respiratorio, gravato da infezioni ricorrenti e da un prematuro declino funzionale. Il research grant garantirà un finanziamento di 260 mila dollari per un periodo di 24 mesi.
Il progetto di ricerca rappresenta una continuazione degli studi iniziati da lungo tempo dalla prof.ssa Romani e successivamente in collaborazione con il gruppo di Biochimica del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, grazie al supporto della Fondazione Fibrosi Cistica (FFC) italiana. Lo studio avrà lo scopo di definire il metabolismo lipidico nella fibrosi cistica, anche avvalendosi delle più recenti tecnologie omiche, con la prospettiva di nuovi sviluppi in campo diagnostico e terapeutico. Il progetto prevede la partecipazione di altri gruppi di ricerca dell’Università degli Studi di Perugia, nonché di collaborazioni nazionali, quali l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche "Togo Rosati" e il Dipartimento di Scienze Biochimiche dell’Università Sapienza di Roma, e internazionali, quali l’University of California San Francisco (USA).
“Rivolgo le mie più vive congratulazioni, unite ai migliori auguri di buon lavoro, alle prof.sse Romani e Cellini”, queste le parole del Magnifico Rettore, prof. Maurizio Oliviero “per il prestigioso riconoscimento internazionale ricevuto, ulteriore conferma dell’eccellente qualità della ricerca portata avanti dalle scienziate e dagli scienziati dell’Università degli Studi di Perugia. Non dubito che il progetto porterà grande beneficio al benessere di noi tutti”.
Da sinistra, Luigina Romani e Barbara Cellini
Mario Mandalà, associato di Oncologia Medica, vincitore di un grant HORIZON per studiare il melanoma pediatrico
Il prof. Mario Mandalà, professore associato di Oncologia Medica del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Perugia, sarà responsabile di uno dei gruppi che contribuiranno alla realizzazione di un innovativo progetto di ricerca per lo studio del melanoma in età pediatrica. Si tratta di una forma rara di tumore della quale una collaborazione di 9 top team europei specializzati in questo genere di patologie oncologiche e facenti parte di due reti europee di centri melanoma e di centri di oncologia pediatrica, analizzerà gli aspetti diagnostici, molecolari, di intelligenza artificiale clinica e patologica, nonché le basi molecolari della progressione e il ruolo delle terapie sistemiche.
Il progetto è risultato vincitore di un finanziamento complessivo di 9 milioni di euro nell’ambito del bando europeo “HORIZON-MISS-2021-CANCER-02-03, espressamente rivolto ai tumori e ai sottotipi di cancro poco conosciuti, anche nei bambini e negli adolescenti.
Il prof. Mandalà e il suo gruppo si occuperanno in particolare della valutazione dell’efficacia e tollerabilità nei pazienti pediatrici dei farmaci immunomodulanti anti PD-1, ovvero i farmaci capaci di inibire la PD-1, la proteina che localizzata sulle cellule del sistema immunitario frena la reazione immunitaria, stimolando il sistema immunitario a riconoscere ed eliminare le cellule di melanoma.
Il gruppo di ricercatori e ricercatrici UniPg raccoglierà e analizzerà i dati provenienti da tutta Europa relativi ai pazienti fino a 18 anni trattati con farmaci anti PD-1: l’utilizzo di questi farmaci, infatti, se è ben studiato nella popolazione adulta, non ha basi solide e consolidate nella popolazione pediatrica, causando così una disparità terapeutica.
Il team di ricerca diretto dal prof. Mandalà, in particolare, si occuperà di valutare l’efficacia e la tollerabilità dei farmaci immunomodulanti anti PD-1, nei pazienti pediatrici, adolescenti e giovani adulti con melanoma in fase iniziale e metastatica, il loro eventuale impatto sulla fertilità, nonché, infine, il background genetico dei pazienti, dei loro familiari, e dei pazienti che sviluppano secondi tumori.
La durata dello studio sarà di 4 anni; i primi dati, relativi all’analisi retrospettiva dei maggiori centri europei, è prevista nei prossimi 12 mesi.
Il melanoma
In Italia ogni anno si registrano circa 14000 nuovi casi di melanoma. Si tratta di un tumore maligno che origina dai melanociti, le cellule deputate alla produzione di melanina, un pigmento responsabile dell’abbronzatura quando la pelle è esposta alla luce UV. La prognosi del melanoma è migliorata nell’ultimo decennio e un ruolo importante è attribuito alle nuove terapie, sia target che immunologiche. Queste terapie sono state sviluppate fondamentalmente nella popolazione adulta, e pertanto i dati relativi ai pazienti fino a 18 anni sono scarsi e fondamentalmente aneddotici, causando così una disparità di sviluppo terapeutico tra la popolazione adulta e la popolazione giovane. Presso quest’ultima popolazione, infatti, il melanoma è una patologia rara: la sua eziopatogenesi, la diagnosi istopatologica, le basi molecolari della progressione, il ruolo del microambiente tumorale, l’impatto della intelligenza artificiale nella diagnosi clinica e istopatologia e per ultimo il ruolo della terapia sistemica sono ad oggi pressoché inesplorate.
L’Unione Europea ha pertanto bandito la call aperta a studi collaborativi europei che potessero focalizzarsi sui tumori rari.
(Prof. Mario Mandalà)
Perugia, 24 maggio 2023
Si sono svolte stamanti presso il TIEFFEU, teatro di Figura Umbro, le selezioni perugine in vista delle finali nazionali di FameLab, contest internazionale di divulgazione scientifica destinato a studenti e ricercatori universitari.
I partecipanti hanno solo tre minuti per conquistare giudici e pubblico parlando di un tema scientifico che li appassiona e che raccontano con chiarezza, esattezza e carisma.
Ecco il verdetto della Giuria, dopo un'attenta valutazione delle performace dei candidati:
1. Ornella Moro - Assegnista di Ricerca presso IAC - CNR - Matematica applicata alla medicina
2. Samanta Mecocci - Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria #UniPG - "Vescicole extracellulari"
3. Fiore Montini - ENEA - Borsa di studio “Training for Circularity - (WEEE Edition)" - Analisi e scenari di "metabolismo materico" della filiera dei RAEE, anche in funzione delle evoluzioni tecnologiche e degli obiettivi di policy (finalista di riserva)
Ornella Moro vince anche il premio assegnato dal pubblico.
Le prime due classificate parteciperanno a una Masterclass nazionale in programma a Perugia dal 9 all'11 Giugno 2023, mentre la finale nazionale del talent di divulgazione scientifica si svolgerà sempre a Perugia il 30 settembre 2023 in occasione della Notte Europea dei Ricercatori.
(Nella foto il momento delle premiazioni dei finalisti da Perugia di FameLab 2023)
La Prof.ssa Maria Paola Martelli vincitrice del prestigioso grant Proof of Concept 2023 dello European Research Council (ERC) per la sua ricerca nel campo delle leucemie mieloidi acute - Le congratulazioni del Rettore Oliviero: “Un’ulteriore riprova dell’eccellenza internazionale della nostra attività di ricerca”
La Prof.ssa Maria Paola Martelli, del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Perugia, è risultata vincitrice del prestigioso grant Proof of Concept 2023 dello European Research Council (ERC), che le garantirà un finanziamento di centocinquantamila Euro per un periodo di 18 mesi, accordato al fine di esplorare il potenziale innovativo di risultati specifici della sua ricerca, condotta nel campo delle leucemie mieloidi acute.
L’assegnazione le è stata comunicata con una lettera firmata dalla Presidente dell’ERC, Maria Leptin che, nel congratularsi per il livello qualitativo della ricerca presentata, invita la Prof.ssa Martelli a unirsi agli sforzi dell’ERC nell’implementazione del cosiddetto “innovation cycle”, il ciclo della continua innovazione in un campo, quale quello oggetto degli studi della Prof.ssa Martelli, così cruciale per il benessere della comunità scientifica e dei cittadini europei.
Non sono tardate le congratulazioni alla Prof.ssa Martelli da parte del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Prof. Maurizio Oliviero: “il prestigioso grant assegnato dallo European Research Council alla Prof.ssa Maria Paola Martelli costituisce motivo di orgoglio per l’intera comunità universitaria e rappresenta un’ulteriore riprova del livello internazionale e dell’assoluta eccellenza dell’attività scientifica portata avanti dalle nostre ricercatrici e dai nostri ricercatori. Ancora una volta, si tratta di una ricerca al servizio delle persone e della loro qualità della vita e siamo pertanto ben lieti di celebrare l’impegno dell’Ateneo nel mettersi al servizio della comunità scientifica e del benessere comune. Alla Prof.ssa Martelli, esempio di passione, dedizione e competenza, vanno dunque le mie più vive congratulazioni, unite alla certezza che molti altri successi seguiranno a questo.”
“La scelta dello European Research Council di investire nel progetto di ricerca della Prof.ssa Martelli” queste le parole del Direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Prof. Vincenzo Nicola Talesa “rappresenta un meritato riconoscimento del potenziale innovativo dell’attività scientifica da lei condotta all’interno del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo, per lo studio e lo sviluppo delle terapie e dei trattamenti nel campo delle leucemie mieloidi acute, che necessitano di un approccio metodologico specifico. Rivolgiamo pertanto alla Prof.ssa Martelli, di cui ben conosciamo il valore scientifico e umano, le nostre felicitazioni, anche a nome del Dipartimento, per l’importante riconoscimento ottenuto.”
“Tema del progetto reMARK-AML” il commento della Prof.ssa Martelli “è quello di ripensare specifici indicatori di malattia – si parla di leucemia mieloide acuta, una forma di tumore del sangue estremamente aggressiva – nel loro significato predittivo di risposta alla terapia e prognosi, con l’obiettivo di mettere a punto test capaci di rilevarli che possano essere utili per migliorare il monitoraggio e le terapie dei nostri pazienti. Il progetto deriva dalle conoscenze acquisite negli anni, in particolare durante i 5 anni del progetto ERC Consolidator grant terminato lo scorso anno, per cui voglio ringraziare le mie collaboratrici, e in particolare le dottoresse Ilaria Gionfriddo e Francesca Milano per il supporto che va al di là della attività di ricerca, e i miei collaboratori, nella ricerca e nella clinica, l’Ematologia tutta, l’Azienda Ospedaliera di Perugia, il nostro Dipartimento e l’Ateneo. Un ringraziamento particolare va ai pazienti e ai loro familiari e a chi li accoglie e sostiene come il Comitato per la Vita ‘Daniele Chianelli’. Anche loro credono nella nostra ricerca e rappresentano la nostra motivazione più forte.”
(Prof.ssa Maria Paola Martelli)
Foto Marco Giugliarelli progetto Humans of Research (c) https://humansofresearch.it/
Perugia, 5 maggio 2023
Ricerca coordinata da UniPg contribuirà alla diagnosi precoce di Parkinson e sinucleopatie