Due giorni di convegno a Spoleto

19 maggio 2015

“Prove di espansionismo economico a cavallo della Grande Guerra. Relazioni economiche e piani di investimento tra le due sponde dell’Adriatico tra fine Ottocento e primo dopoguerra”.


  E' il tema dell’incontro che si terrà, giovedì 21 e venerdì 22 maggio 2015, a Spoleto, nella Biblioteca comunale “G. Carducci, di palazzo Mauri. L’iniziativa è promossa da AISSECO (Associazione Italiana Studi di Storia dell’Europa Centrale e Orientale), dalla rivista “Proposte e ricerche” e da alcuni ricercatori e docenti dell’Università degli studi di Perugia. Il Comitato organizzatore è composto da: Emanuela Costantini, Renato Covino e Paolo Raspadori dell’Ateneo di Perugia. Il convegno, al quale partecipano esperti italiani e stranieri di storia economica e di storia dell’Europa orientale, prevede due sessioni di lavoro, una relativa alle relazioni politico-diplomatiche e alle ricadute economiche dei rapporti tra le due aree che si affacciano sull’Adriatico; l’altra relativa a investimenti, progetti, idee di penetrazione economica da parte di soggetti attivi nell’Italia adriatica verso l’Europa orientale.

L’iniziativa, che si tiene in occasione della commemorazione dello scoppio della prima guerra mondiale, ha lo scopo di esaminare i rapporti economici e soprattutto i progetti di investimento (realizzatisi o meno) che, a cavallo dello scoppio della guerra, si attivarono tra l'Italia e i paesi dell’Europa sud-orientale.

Un esempio di una certa importanza è la creazione della Società per l’utilizzo delle forze idrauliche della Dalmazia, che sorse per iniziativa della Società italiana per il carburo di calcio, acetilene ed altri gas (azienda con sede a Roma e impianti produttivi a Terni e Narni) al fine di penetrare nel mercato austro-ungarico ed egemonizzarlo per quanto riguardava la vendita del carburo e dell’energia elettrica. Alla vigilia della fine del conflitto, inoltre, furono concepiti ambiziosi piani di collegamento ferroviario tra l’Umbria e le Marche al fine di aprire un canale di penetrazione commerciale con i porti del futuro Stato jugoslavo. Il presidente dell’allora Camera di commercio dell’Umbria, Domenico Arcangeli, fu tra i promotori di questi progetti.

Iniziative del genere e altre ancora sono il segnale di una volontà delle forze economiche e imprenditoriali più attive dell’Italia adriatica di stabilire un controllo di tipo imperialistico sulle economie dei paesi balcanici, entrando in diretta concorrenza con i loro omologhi austriaci e tedeschi. La guerra mondiale fu un’occasione anche per provare a immaginare un’estensione degli interessi produttivi e finanziari di questi soggetti nei territori dell’Europa sud-orientale.

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