Protocollo per diritto allo studio dei detenuti

28 maggio 2015

Firmato questa mattina, a Palazzo Murena, nella Sala del Dottorato, il Protocollo d’intesa per l’istituzione del Polo universitario penitenziario dell’Umbria.


L’intesa, che coinvolge l’Università degli Studi di Perugia, il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione penitenziaria per l’Umbria, l’Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario dell’Umbria e il Garante delle persone sottoposte alle misure restrittive o limitative della libertà personale della Regione Umbria, è stata sottoscritta dal Magnifico Rettore Franco Moriconi,  Ilse Runsteni, Provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria per l'Umbria, Maurizio Oliviero, Amministratore Unico dell'Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario dell’Umbria, Carlo Fiorio, Garante delle persone sottoposte alle misure restrittive o limitative della libertà personale della Regione Umbria.

L’accordo, di durata triennale, con contenuti e finalità innovative, intende favorire il diritto allo studio e, in particolare, l’accesso agli studi universitari dei detenuti ospitati negli istituti penitenziari dell’Umbria, garantendo la qualità dell’apprendimento, la coerenza con il programma individualizzato di trattamento redatto per i condannati e contribuendo al mantenimento di condizioni di detenzione dignitose.

L’iniziativa, culminata con la firma di oggi, è stata preparata dal professor Carlo Fiorio. “Il protocollo – ha detto  Fiorio – è frutto di 10 mesi di lavoro e, per diventare operativo, dovrà essere regolato da accordi esecutivi. La situazione dell’istruzione universitaria negli istituti penitenziari italiani è di 413 detenuti iscritti all’Università e, nell’anno 2013-2014, di 72 laureati. L’intesa odierna potrà contribuire a migliorare l’istruzione universitaria e la formazione dei detenuti, grazie alla disponibilità dell’Ateneo di Perugia e dell’Adisu, con l’obiettivo di avvicinare la loro condizione a quella degli studenti liberi”.

Il protocollo è propedeutico ad alcuni obiettivi come  il reperimento di spazi adeguati negli istituti penitenziari per attività didattica; con lezioni frontali, ma anche mediante e-learning, creando un sistema di Intranet che, coinvolgendo penitenziari e università, abbia  caratteristiche di sicurezza e di erogazione di strumenti didattici di cui i detenuti-studenti possano effettivamente beneficiare.

Un aspetto di novità in Italia è il coinvolgimento diretto dell’Adisu nel protocollo, prevedendo che l’Agenzia per il diritto allo studio possa sostenere  finanziariamente gli studenti detenuti capaci e meritevoli, privi di possibilità economiche, consentendo loro di arrivare ai gradi più alti degli studi.

“Sono grato al professor Fiorio e a quanti hanno collaborato con lui per arrivare alla stesura dell’intersa firmata oggi – ha dichiarato il Rettore Franco Moriconi -. Il nostro Ateneo è interessato a dare il suo apporto per migliorare il livello di formazione di tutti. Questo protocollo, che segna un importante punto di partenza, si affianca al lavoro dei dipartimenti di Agraria e Veterinaria, entrambi impegnati in attività di collaborazione con detenuti”.

“Il protocollo dà attuazione a una previsione dell’ordinamento penitenziario che pone l’istruzione, e quindi la formazione e la cultura, come uno dei principali elementi del trattamento penitenziario – ha sottolineato Ilse Runsteni, Provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria per l'Umbria -.  La convenzione con l’Università di Perugia dà opportunità, a tutti i detenuti dei 4 istituti della Regione, di usufruire e beneficiare dei percorsi formativi proposti dall’Università di Perugia. In Umbria ci sono 2 case circondariali, quella di Perugia, che ha anche una sezione femminile, e quella di Terni, e  2 case di reclusione, a Spoleto e a Orvieto, per un totale complessivo di circa 1300”.

“Aderisco con entusiasmo all’intesa come Adisu – ha dichiarato il professor Maurizio Oliviero – perché è un  dovere istituzionale proprio delle agenzie del diritto allo studio. E’ la prima volta che aderisce ad una iniziativa del genere che ha un duplice scopo: il primo un dovere costituzionale, il secondo un riconoscimento a questa terra, attraverso le istituzioni che qui sono rappresentate, che va nella direzione della tutela dei diritti delle persone”.

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